Se qualche emergenza (come il Coronavirus) ci obbliga a lavorare da casa, e il nostro lavoro ce lo consente, come possiamo rendere al meglio, rispettare gli spazi di vita privata, e continuare a produrre nonostante tutto? In questa pagina proviamo a fare un po’ di ordine sul tema e a dare qualche indicazione utile.
Smart Working: come lavorare al meglio da casa
Lavorare a casa è diverso?
La domanda può sembrare sciocca e le molte risposte possibili sembrano ovvie. Ma non è detto che siamo tutti consapevoli delle differenze tra il lavorare in ufficio o in studio e il farlo tra le mura di casa. Molte delle differenze, sottili, sono difficili da cogliere “al volo”. Le vedremo tra poco.
Che siate in smart working o meno, il digital è comunque una delle leve principali per la ripresa: noi possiamo aiutarvi in molti modi.
Ma ora, parliamo di smart working.
Ecco alcune osservazioni ovvie:
- a casa il più delle volte non abbiamo un ufficio personale o una postazione dedicata come accade al lavoro, il che ci obbliga ad adattarci in qualche stanza
- le tecnologie di cui disponiamo al lavoro sono diverse da quelle di cui disponiamo a casa: non sempre in ufficio siamo più avanti, dal punto di vista tecnologico, rispetto alle nostre apparecchiature personali, ma di certo abbiamo dei software o degli accessori di cui a casa non disponiamo (licenze, stampanti, fotocopiatrici, etc)
- la connessione in ufficio è spesso migliore di quella di casa, specialmente per chi abita in zone fuori dalle città
- in ufficio abbiamo i colleghi, con cui confrontarci al volo su una questione, con cui facciamo riunioni, con cui prendiamo un caffè parlando del più e del meno
- i dati a cui possiamo accedere dall’ufficio sono tutelati da misure di sicurezza che non rendono poi così semplice la loro consultazione da fuori
Altre differenze, meno ovvie:
- la casa è per tutti noi uno spazio privato, in cui fare entrare il lavoro in pianta stabile (non si tratta qui di rispondere ad una mail urgente la sera o il sabato), non è così semplice e comporta dei rischi
- i tempi in ufficio sono dettati da altri (c’è un orario di ingresso e uno di uscita), a casa siamo noi a doverli organizzare: non è semplice farlo, specialmente all’inizio, e rimanere produttivi al massimo
- in casa con noi abitano altre persone: coinquilini, familiari, bambini, anche gli animali domestici. E la casa è di tutti, non solo nostra, il che ci porta a dover lavorare in un ambiente spesso più condiviso di quello lavorativo.
- lavorando in casa ci rendiamo conto mentalmente di tutta una serie di task casalinghi (la spesa da fare, la lavatrice da stendere, etc) a cui non penseremmo nell’ambiente dell’ufficio e che concorrono per avere la nostra attenzione. Dobbiamo essere in grado di bilanciare tutto per il meglio.
Se riflettiamo un secondo vediamo come le variabili siano molte di più di quelle visibili al primo impatto. Come si possono gestire queste variabili per lavorare meglio?
Vediamolo insieme nei prossimi paragrafi.
Come si lavora al meglio da casa?
MADE IN CIMA da almeno 3 anni lavora in parte in smartworking, assicurando una serie di servizi ai propri clienti che vengono progettati e gestiti da personale in remoto.
In questa pagina perciò inseriamo non soltanto principi generali sulle buone pratiche per il lavoro a distanza, ma anche informazioni e consigli che derivano dalla vita reale, sperimentata sul campo.
Le 10 cose da fare per lavorare al meglio in remoto
1. Investire in tecnologia che funzioni: subito, bene, e senza problemi
Il primo e necessario passaggio è non risparmiare, per quanto possibile, sulla dotazione tecnologica di cui si ha bisogno per lavorare. Ogni euro risparmiato senza motivi validi si tradurrà in molti più euro sprecati in termini di tempo, efficienza, risultati raggiunti.
Un portatile o un tablet vecchio, lento, con software che rimangono indietro sugli aggiornamenti e nelle funzionalità; uno smartphone che rende difficile operazioni banali come la lettura della posta, o l’invio di un video a qualcuno; una connessione che non permette di gestire in modo fluido grossi allegati, video conferenze in streaming. Tutte queste cose sono per certi versi gestibili: in fondo occorre un po’ di pazienza in più, un po’ di flessibilità qui, un po’ di tempo aggiuntivo là.
Ma questa gestione comporta una perdita economica certa sul medio-lungo periodo: se per scaricare 100 foto inviate dal vostro cliente tra cui scegliere quelle da utilizzare nel lavoro in programma ci mettete interi minuti, il problema è reale. Nell’unità di tempo riuscirete a produrre meno di altri, con una qualità inferiore, e tutto perché la vostra dotazione tecnologica non è al passo con i tempi e – soprattutto – con le richieste di questi tempi.
Idealmente, la tecnologia che usate deve essere trasparente, quasi non dovete accorgervi di quale strumento state utilizzando per svolgere un determinato task: solo in questo modo il vostro lavoro non sarà rallentato ma, anzi, potrà esprimersi al meglio. E’ la classica situazione in cui “chi più spende, meno spende”.
2. Comunicare, comunicare, e ancora comunicare
Lavorare in remoto, come abbiamo detto prima, esclude tutta la componente di socialità dell’ufficio o dell’open space: non ci sono interazioni di persona con altri, non ci si può aggiornare velocemente sullo stato di un progetto nel corridoio, incontrandosi sulla strada per l’altro ufficio o per la macchinetta del caffè.
Allo stesso modo, non ci sono riunioni in presenza: nelle quali spesso si parte con un’agenda e poi – esaurita quella – ci si dicono altre cose a corredo. A distanza tutto questo viene meno.
Ecco il motivo per cui è necessaria una sovrabbondanza comunicativa.
Non importa qual è lo strumento utilizzato in azienda per comunicare sui progetti e per organizzare il lavoro su di essi: è importante però che sia usato sempre, da tutti, e in modo quasi ossessivo.
Tutto va comunicato, tutto va segnalato: in questo modo si riuscirà ad essere sempre in pari con le comunicazioni in modo distribuito su tutto il team, senza che nulla si perda per strada. È una cosa che richiede tempo, ma è un tempo che avremmo anche lavorando in presenza: semplicemente in questo caso si nota di più.
MADE IN CIMA ha scelto Basecamp come strumento di lavoro: dopo averne provati alcuni (Trello, Asana, etc), ed escluso a priori la sola mail (quante volte cercate una mail nella posta per concludere che si è persa, non la trovate più, me la rimandi per favore?), abbiamo finalmente trovato ciò che fa per noi.
E ne siamo molto soddisfatti.
Tra l’altro di recente ne è stata rilasciata una versione gratuita per piccoli progetti, potete controllare se fa al caso vostro qui.
Come detto però, si tratta di scelte assolutamente personali: non importa lo strumento, importa il modo e l’attitudine con cui viene usato.
3. “Andare a lavorare” in tutto e per tutto
Una delle tentazioni più forti del lavoro agile, che spesso viene svolto da casa, è quella di sfumare la linea di separazione tra tempo privato e tempo di lavoro.
Questo si traduce, specialmente all’inizio, in una scarsa attenzione per modi, luoghi, forme: che invece sono fondamentali per mantenere il diritto al privato e la dignità del lavoro.
Il consiglio è di dedicare al lavoro luoghi specifici della casa (se lavorate da casa) o fuori casa: ci sono persone che si trovano bene a lavorare dai caffè, all’aperto, oppure nel silenzio di una biblioteca, oppure ancora in un coworking.
Non è importante quale sia il luogo, se una stanza di casa o meno, ciò che importa è che noi stessi lo identifichiamo come il posto in cui si lavora, e basta.
Si lavora in quel luogo perché lì rendiamo al meglio, perché ci rende sereni e felici farlo in quel posto, perché la luce che ha ci fa piacere. Ma in quel luogo si lavora, punto. Difficile quindi che sia il letto, o il divano. Ma non è detto, dipende 😉
Altro consiglio è vestirsi per “andare” a lavorare, anche se questo vuol dire entrare nella stanza accanto. Non state in pigiama, in tuta, in camicia da notte: è importante dedicare del tempo al passaggio non solo mentale ma anche formale che vi fa entrare nella modalità lavorativa.
Nessuno pretende il tailleur o la giacca e la cravatta se siete nella stanza di casa vostra, ma è importante che vi vestiate come per uscire ed essere socialmente accettabili nel vostro ruolo lavorativo.
Sembra una piccolezza ma fa tutta la differenza del mondo.
4. Stabilire una propria routine e seguirla
La bellezza del lavoro agile è che può essere modellato sul vostro stile di vita: pur nel rispetto degli obiettivi che vi sono assegnati o che vi date come imprenditori, pur nel rispetto delle ore di lavoro che ogni giorno dovete svolgere, potete scegliere quando fare le diverse attività.
5. Bloccare dei periodi di tempo per le attività più impegnative
Tipicamente le attività di progettazione, quelle commerciali, quelle di analisi ricadono nel primo calderone, mentre le attività amministrative, le riunioni, le call, le procedure ripetitive ricadono nel secondo.
6. Riconoscere l’importanza delle pause
Ultimo accenno ai tempi: le pause sono fondamentali.
Se lavorate in ufficio, al di là della pausa pranzo e delle micro-pause che ognuno di noi è tenuto a concedersi per ricaricare le batterie, avete comunque la certezza che arriverà un momento della giornata in cui chiuderete la porta dell’ufficio e tornerete a casa. Questa macro-pausa fino al giorno dopo vi darà modo di chiudere mentalmente la pagina del libro e riprenderela la mattina dopo, per dedicarvi poi al resto della vostra vita.
Potete reggere ben poco se non mettete un segno molto netto tra la fine del lavoro e l’inizio della vita privata.
Uscite di casa, andate a fare la spesa, andate a fare una passeggiata con il cane, andate in palestra, respirate – in poche parole – un’altra aria.
In nessun caso, mai, mangiate davanti al computer: in ufficio non lo fareste mai, perché dovreste peggiorare addirittura le cose facendolo a casa vostra?
7. Scegliere: musica sì, musica no
Allo stesso modo capita di vedere nei caffè o nei coworking gente che si isola dall’ambiente circostante grazie alle cuffie.
Non per tutti è così però: alcune persone preferiscono il silenzio assoluto oppure i semplici rumori ambientali. La buona notizia è che lavorando nel proprio ambiente, e scegliendo l’ambiente in cui lavorare, che sia casa o altrove, ognuno di noi può scegliere come accompagnare le proprie giornate.
8. Rispettare (e far rispettare) il detto “patti chiari, amicizia lunga”
Questo comporta la necessità – se si vive con qualcuno – di negoziare l’uso e i tempi dello spazio comune.
Il consiglio è quello di dichiarare esplicitamente, e in anticipo, quali sono i momenti in cui avete bisogno di tempo soltanto per voi: non potete dare per scontato che gli altri componenti della famiglia sappiano il tenore e l’importanza delle vostre attività di giornata, dovete esplicitarlo voi. In questo modo vi risparmierete un bel po’ di frustrazione (essere interrotti di continuo quando si ha bisogno di concentrazione è terribile), e manterrete più semplici e distesi i rapporti in casa.
9. Sposare il “do not disturb”
La modalità non disturbare non è solo quella del telefono o quella dichiarata dal cartellino che si appende fuori dalla stanza di hotel. È un mindset che tutti noi, se vogliamo lavorare in modo proficuo anche da casa, dobbiamo imparare a conoscere, apprezzare e, soprattutto adottare. Che cosa intendiamo?
10. Avere pazienza, tanta pazienza
E poi, in ultimo, mettetevi in conto molta pazienza.
Ne serve davvero tanta per superare alcuni degli scogli di cui abbiamo parlato in questa pagina (la connessione che si inceppa, il pc che va riavviato, i bambini che vi disturbano al momento peggiore, il cane che vuole uscire, il cliente che non risponde proprio nel momento bloccante per voi, etc), che in genere si presentano raramente da soli, e tendono ad accoppiarsi per complicare le cose.
Per trovare la “vostra” via ci andrà qualche tempo, ma una volta trovata vedrete che apprezzerete più di ogni altra cosa il fatto di poter lavorare da casa.
E poi abbiate pazienza nei confronti di chi conta di più: se sarete stati capaci di spiegare al meglio la vostra attività e il vostro modo di lavorare a chi vive con voi avrete già risolto parte del problema, ma ciò non toglie che sarete interrotti, o che vi si chiederà attenzione nel momento sbagliato.
Lavorare bene da casa richiede organizzazione
Ciò che serve è organizzare tutto al meglio: sia in termini di workflow aziendale, sia in termini di strumenti di comunicazione per assicurare che la distanza sia sempre e soltanto una leva di valore e non un freno. MADE IN CIMA è lieta di mettere a vostra disposizione la sua esperienza sul tema: se pensate che la vostra azienda o attività possa trarre beneficio dal lavoro agile, contattateci per capire come fare, individuare gli strumenti adatti alla vostra realtà, razionalizzare i flussi di lavoro per avere i migliori risultati.